Recensione di due volumi sulle leggende contemporanee su Sociological Inquiry

Sul penultimo fascicolo di Sociological Inquiry compare una recensione di Pamela Donovan dei volumi Organ Theft Legends di Véronique Campion-Vincent (Jackson, MS.: University of Mississippi Press, 2005, originariamente apparso in francese nel 1997 col titolo La Légende des vols d’organes presso Belles Lettres di Parigi) e Rumor Mills: The Social Impact of Rumor and Legend, atti di un convegno tenutosi in Italia, curato dalla stessa Campion-Vincent con Gary Alan Fine e Chip Heath (New Brunswick, NJ: Aldine Transaction).

I dati bibliografici della recensione sono:

Pamela Donovan (2007, Februry). Organ Theft Legends, by Véronique Campion-Vincent and Rumor Mills: The Social Impact of Rumor and Legend, by Gary Alan Fine, Véronique Campion-Vincent, and Chip Heath. Sociological Inquiry 77(1), 128–130.

Il testo è, al momento (in quanto in una sample issue), liberamente accessibile qui.

Rumors and Urban Legends (Diogenes 54(1)/213, February 2007)

La rivista di filosofia e studi umanistici Diogène aveva pubblicato all’inizio dello scorso anno un numero monografico (numero 213, janvier-mars 2006) intitolato “Rumeurs et légendes urbaines” con interventi di sociologi francesi, statunitensi, argentini, australiani e britannici; quel numero appare ora nella versione inglese della rivista, Diogenes, col titolo “Rumors and Urban Legends”; all’interno sono presenti i seguenti articoli:

  • Gary Alan Fine, Rumor, Trust and Civil Society: Collective Memory and Cultures of Judgment, pp. 5-18;
  • Nicholas DiFonzo, & Prashant Bordia, Rumor, Gossip and Urban Legends, pp. 19-35;
  • Michel-Louis Rouquette, Rumour Theory and Problem Theory, pp. 36-42;
  • Jean-Bruno Renard, Denying Rumours, pp. 43-58;
  • Pamela Donovan, How Idle is Idle Talk? One Hundred Years of Rumor Research, pp. 59-82;
  • Gérald Bronner, A Theory of How Rumours Arise, pp. 83-105;
  • Emmanuel Taïeb, The ‘Rumours’ of Journalism, pp. 107-124;
  • Adam Burgess, Mobile Phones and Service Stations: Rumour, Risk and Precaution, pp. 125-139;
  • Emilio de Ípola, Bembas: The Life and Death of Rumors in a Political Prison (Argentina 1976-83), pp. 140-161

nonché il dossier bibliografico (che contiene anche due recensioni di altrettanti recenti testi italiani)

  • Véronique Campion-Vincent (ed.), Rumors and Urban Legends, pp. 162-199

Gli abstract dei contributi sono visibili a partire da qui (per l’accesso ai contributi stessi è necessario un abbonamento istituzionale o personale).

Encounters at Indian Head (2007)

Anomalist Books ha annunciato ieri la pubblicazione del volume collettaneo

Pflock, Karl, & Brookesmith, Peter (eds.) (2007). Encounters at Indian Head. The Betty and Barney Hill UFO Abduction Revisited. s.l.: Anomalist Books

frutto di un convegno dedicato alla classica esperienza del 1961 (importante in quanto capostipite dei resoconti di alien abduction experiences, come sono state definite in letteratura), presieduto dal sociologo della scienza Marcello Truzzi (1935-2003), tenutosi nel 2000 ad Indian Head, New Hampshire. Il volume raccoglie contributi di Karl Pflock (1943-2006), Peter Brookesmith, Dennis Stacy, Marcello Truzzi, Thomas E. Bullard, Hilary Evans, Robert Sheaffer, Walter N. Webb e Martin S. Kottmeyer.

Sull’evento in sè, in italiano è uscita nel 1974 la traduzione del volume di John Fuller The Interrupted Journey (1966), di cui è il caso di segnalare la seconda edizione

Fuller, John G. (1997). Prigionieri di un ufo [2ª edizione]. Milano: Armenia

che è integrata con una prefazione di Edoardo Russo (disponibile qui) e con un’appendice di aggiornamento a cura dello stesso Russo e di Paolo Toselli (disponibile qui).

Due recenti studi sull’immaginario UFO in contesti “non occidentali”

Sono recentemente apparsi due resoconti di ricerche sulla diffusione delle credenze ufologiche (o degli stereotipi UFO) in contesti diversi da quelli normalmente studiati in questo genere di studi: i due ricercatori cui si debbono i suddetti lavori si sono infatti concentrati su popolazioni aborigene o rurali.

Sull’ultimo fascicolo di Social Identities compare infatti

Saethre, Eirik (2007, March). UFOs, Otherness, and Belonging: Identity in Remote Aboriginal Australia. Social Identities 13(2), 217-233

frutto del fieldwork dell’autore presso una comunità aborigena Warlpiri nell’Australia centrale fra il 1996 e il 1999. L’abstract dell’articolo è accessibile qui (è invece necessario un abbonamento istituzionale o personale per accedere al testo completo).

E’ stato invece pubblicato lo scorso anno in un numero limitato di copie da un’associazione ufologica francese (il CNEGU) il seguente volume (che non ho avuto modo di vedere) di 75 pp., frutto delle ricerche in Algeria di Thierry Pinvidic, già parzialmente anticipate nel corso degli anni ’80 su pubblicazioni ufologiche francesi e inglesi

Pinvidic, Thierry (2006). Connaissance des motifs de l’imagerie soucoupique dans les populations rurales de l’est algérien. Contribution à l’étude de la dispersion du stéréotype. s.l.: Comite Nord-Est des Groupes Ufologiques

L’opportunité pour l’auteur de se rendre en Algérie en 1983 puis 1985 a servi d’alibi à cette étude principalement consacrée à la connaissance des motifs de l’imagerie soucoupique dans les populations rurales de l’Est algérien. Il semblait intéressant de vérifier si l’Ovni, pur produit de l’imaginaire occidental, voyait ou non sa prégnance varier selon le contexte culturel. Peu à peu survînt l’idée que, outre le contexte occidental ou non-occidental, une autre variable pouvait être très influente sur la pénétration d’une culture donnée par le concept Ovni: la grille de lecture religieuse. Une comparaison entre la situation algérienne et la situation chinoise montre qu’une religion à Magister fort constitue la principale barrière à l’extension du stéréotype.

[E’ qui forse il caso di ricordare anche

Meheust, Bertrand (1993). Bricolage ethno-ufologique sur fond de brousse gabonaise. In Pinvidic, Thierry (ed.). OVNI vers une Anthropologie d’un Mythe Contemporain (pp. 416-425). s.l.: Heimdal

dedicato ad un’inchiesta su un avvistamento compiuta dall’autore alla fine degli anni ’70 in una zona rurale del Gabon nord-orientale al confine con il Camerun]

In uscita uno studio sociologico sul paganesimo giovanile nel mondo anglofono

Chas S. Clifton (che ha recentemente pubblicato un’interessante storia del paganesimo negli Stati Uniti che sto terminando di leggere: Her Hidden Children. The Rise of Wicca and Paganism in America. Lanham, MD: Altamira Press, 2006; recensione di Sean McCloud su H-Amstdy dello scorso settembre disponibile qui) segnala sul proprio blog la prossima uscita di

Berger, Helen A., & Ezzy, Douglas (2007). Teenage Witches. Magical Youth and the Search for the Self. Rutgers University Press

Gli autori sono Helen A. Berger, professore di sociologia presso la West Chester University di West Chester in Pennsylvania e già autrice, fra l’altro, di A Community of Witches: Contemporary Neo-Paganism and Witchcraft in the United States (University of South Carolina Press, 1998; recensione di Frances Kostarelos su Sociology of Religion, Winter 1999, disponibile qui), e Douglas Ezzy, senior lecturer in sociologia presso l’australiana University of Tasmania.

(Il volume sembra interessante, ed è possibile che me ne procuri una copia)

Sul Corriere della Sera di oggi

Sul Corriere della Sera di oggi (p. 25), Armando Torno segnala, di spalla ad un lungo articolo dedicato all’ultimo volume di Massimo Centini (I luoghi di guarigione in Italia (Varese: Macchione editore, 2007?), i recenti volumi di Marino Niola (che un typo, non l’unico nel breve pezzo, ha trasformato sul quotidiano in “Nicola”), professore ordinario di antropologia culturale presso l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli, e Francesca Sbardella, ricercatore in demo-etno-antropologia presso il Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna.

Il primo volume si occupa del culto dei Santi patroni anche nei suoi aspetti politico-sociali, mentre il secondo, partendo da un caso storico (la beatificazione della duchessa bretone Françoise d’Amboise (1427-1485)) e attraverso un’investigazione sul campo in vari conventi francesi e italiani, si occupa del culto delle reliquie da un punto di vista antropologico.

Per gli interessati, ecco i dati bibliografici dei due volumi (con un rinvio alle schede presenti sui siti delle due case editrici che riportano la “quarta di copertina” dei relativi volumi):

Niola, Marino (2007). I Santi patroni. Bologna: Società editrice il Mulino.

Sbardella, Francesca (2007). Antropologia delle reliquie. Un caso storico. Brescia: Morcelliana
(il volume è prefato dall’antropologo dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales parigina Daniel Fabre che era stato anche il prefatore del volume di Voisenat e Lagrange cui facevo riferimento in un altro post di oggi).

(En-passant, il secondo era già in “coda di lettura”, mentre mi sono procurato in serata il primo).

Recensione di Renard a Encyclopedic Sourcebook of UFO Religions

Sullo stesso numero della rivista Archives de sciences sociales des religions (vedi post precedente), Renard recensisce pure

Lewis, James R. (Ed.) (2003). Encyclopedic Sourcebook of UFO Religions. Amherst, NY: Prometheus Books.

La recensione è leggibile qui.

(Renard aveva già recensito sul numero 126 (2004) della stessa rivista un’altra opera collettanea dedicata alle religioni ufologiche uscita sempre nel 2003. Si trattava allora di

Partridge, Christopher H[ugh] (Ed.) (2003). UFO Religions. London & New York: Routledge.

Quella recensione è leggibile qui).

Recensione di Renard a L’Esotérisme contemporain et ses lecteurs

Sul numero 136 (2006) della rivista Archives de sciences sociales des religions compare una recensione di Jean-Bruno Renard, professore di sociologia all’Université Paul Valéry (Montpellier III), del seguente volume (che da tempo prevedo di acquistare) di due ricercatori presso il Laboratoire d’anthropologie et d’histoire de l’institution de la culture del CNRS francese:

Voisenat, Claudie, & Lagrange, Pierre (2005). L’Esotérisme contemporain et ses lecteurs. Entre savoirs, croyances et fictions. Paris: Bibliothéque Centre Pompidou

La recensione è leggibile qui.

(P.S.: l’introduzione al volume originale, di C. Voisenat, è invece leggibile qui).

UPDATE: Sono disponibili on-line anche le recensioni del volume pubblicate sul Bullettin des Bibliothèques de France 51(5) (di Julien Brault, qui) e sulla rivista di divulgazione Sciences Humaines 172 (Juin 2006; di Régis Meyran, qui); una recensione appare anche sul blog Grégory Gutierez (qui).

Riedizione di Werner Keller: La Bibbia aveva ragione (2007)

Nei giorni scorsi Garzanti ha rimandato in libreria, con una nuova prefazione di Valerio Massimo Manfredi, il volume del giornalista tedesco Werner Keller (1909-1980) intitolato La Bibbia aveva ragione, famoso best seller divulgativo apparso in lingua originale nel 1955 col titolo Und die Bibel hat doch Recht. La prima edizione italiana risale all’anno successivo; nel 1978 Keller pubblica con l’aiuto di Joachim Rehork una edizione riveduta del suo lavoro, che viene adottata dall’editore italiano nel 1979.

Sull’opportunità della riedizione odierna riporto di seguito quanto scrive oggi nel sempre interessante supplemento culturale domenicale del quotidiano economico Il Sole-24 Ore mons. Gianfranco Ravasi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, in un articolo intitolato “Ragioni bibliche” (p. 42) :

[…] Si tratta, infatti, di un luminoso esempio di concordismo in cui si ammira lo sforzo di far combaciare le attestazioni archeologiche e storiche coi dati biblici in una sovrimpressione di grande suggestione narrativa e affabulatoria (e questo è l’aspetto ancor attraente dell’opera) ma di scarsa attendibilità critica. Attendibilità divenuta ancor più esangue ed estenuata con l’intensa evoluzione dell’investigazione archeologica e dell’esegesi storico-critica dell’ultimo mezzo secolo […].

e ancora:

[…] Una riedizione in verità non necessaria, tenendo conto dell’alta qualità di una più recente bibliografia, anche divulgativa, di settore, capace di impostare in modo ben più rigoroso la questione del nesso storicità-Scritture. […] [Il saggio] di Keller rimane, dunque, solo la testimonianza di una fase particolare, quella in cui si scontravano i furori razionalistici e negazionistici e gli ottimistici fervori apologetici. […]