“Esoteric Knowledge in Antiquity” (2014)

(via mailing list agade)
Sul sito del Max Planck Institut für Wissenschaftsgeschichte è stato pubblicato il preprint di Esoteric Knowledge in Antiquity [TOPOI – Dahlem Seminar for the History of Ancient Sciences Vol. II / Preprint 454] curato da Klaus Geus e Mark Geller. Il file è liberamente disponibile in formato PDF.
I contenuti:
Esoteric Knowledge in Antiquity –  Some Thoughts — Mark Geller / Klaus Geus

Secret of Extispicy Revealed  — Netanel Anor

Scenes with Two Bes Figures from Nimrud and the Second Step of Bes Toward Globalisation — Adrienn Orosz

Near Eastern origins of Graeco-Egyptian Alchemy  —  Matteo Martelli / Maddalena Rumor

Traum und Raum in den Onesikritika des Artemidoros von Daldis — Gregor Weber

On the Use and Abuse of Philosophy for Life: John Chrysostom’s Paradoxical View of Knowledge  — Jan R. Stenger

Esoterisches Wissen im Platonismus und in der christlichen Gnosis — Christoph Markschies

Priesterliches Kultwissen in den philensischen Graffiti des 4. und 5. Jahrhunderts n. Chr.  — Jan Moje

Ein syrischer Hermes? Anmerkungen zu esoterischen Traditionen im syrischen Medizinbuch — Stefanie Rudolf

Self-Knowledge, Illumination and Natural Magic: Some Notes on Pico della Mirandola’s Esotericism and Its Ancient Sources — Adrian Pirtea

Recensione di Verderame a “In the Path of the Moon” (2010)

(via agade-Mailinglist)
 
Su Aestimatio: Critical Reviews in the History of Science 8 (2011), pp. 162-169, l’assirologo Lorenzo Verderame (Università di Roma “La Sapienza”) recensisce il volume 
 
Rochberg, Francesca (2010). In the Path of the Moon: Babylonian Celestial Divination and Its Legacy. Leiden/Boston: Brill. 
 
Secondo Verderame:
The collected essays in this volume […] constitute an invaluable contribution to a better understanding of Babylonian divination.
 
La recensione è liberamente accessibile in formato pdf qui.

Convegno “Monstra. Costruzione e Percezione delle Entità Ibride e Mostruose nel Mediterraneo Antico”

Riprendo dal Notiziario Italiano di Antichistica, curato da Sergio Audano per l’Accademia Fiorentina di Papirologia e di Studi sul Mondo Antico il seguente programma di un convegno che si terrà la settimana prossima a Velletri (RM):
Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni”
Monstra. Costruzione e Percezione delle Entità Ibride e Mostruose nel Mediterraneo Antico
8-9-10-11 giugno 2011
Ristorante “Casale della Regina” – via Vecchia Napoli 9 Velletri (Roma)
ore 9:30-13:00 / 15:00-19:00

Mercoledì 8 Giugno Ore 9:30

 
Saluti delle autorità cittadine e accademiche
Fausto Servadio Sindaco di Velletri
Mons. Vincenzo Apicella Vescovo della Diocesi Suburbicaria Velletri – Segni
Maria Paola De Marchis Presidente dell’Associazione Culturale Calliope
Mariano Pavanello Direttore del Dip. di Storia, Culture, Religioni (Sapienza Università di Roma)

Sessione Mattutina Ore 10:00
Coordina: Lorenzo Verderame (Sapienza Università di Roma)

Alessandra Colazilli (Sapienza Università di Roma)
La “mostruosità” umana e il divino nell’antico Egitto
 

Pietro Mander (Università degli Studi di Napoli – L’Orientale)
I Mischwesen nella religione mesopotamica
 

Sabina Crippa (Università Ca’ Foscari Venezia)
Mostri politici. La “mostrificazione” di extraumani e non umani in Grecia antica.
 

coffee break
 
Diana Segarra Crespo (Universidad Complutense de Madrid)
L’androgino biforme e la bella Cleopatra. Riflessioni sulla mostruosità a Roma
 

Sergio Botta (Sapienza Università di Roma)
Uomini, dei, chimere: per una tassonomia del mondo extraumano mesoamericano

Sessione Pomeridiana Ore 15:00
Coordina: Sergio Botta (Sapienza Università di Roma)

Angelo Colonna (Sapienza Università di Roma)
“Viva Ra, muoia la tartaruga”: costruzione, percezione ed evoluzione di un’entità mostruosa nell’antico Egitto
 

Benedetta Bellucci (Università degli Studi di Pavia)
Il grifone nel Vicino Oriente e oltre: alcune riflessioni teorico-generali sull’entità mostruosa e sul suo utilizzo in ambito storico-religioso e antropologico
 

Marcello Del Verme (Università degli Studi di Napoli “Federico II”)
Tohû wabohû, rûach elohîm e la babilonese Tiamat (= il mostro caotico originario). Una lettura storico-religiosa di Genesi 1,2

coffee break

Ezio Pellizer (Università degli Studi di Trieste)
Il corpo smisurato. Brevi riflessioni su giganti e gigantesse
 

Valentina D’Alessio (Sapienza Università di Roma)
L’aspetto infero di Faunus
 

Marco Menicocci (Antrocom. Online Journal of Anthropology)
Il potere degli Spiriti. Visione ed esseri extraumani tra i Crow

Giovedì 9 Giugno


Sessione Mattutina Ore 9:30
Coordina: Ileana Chirassi Colombo (Università degli Studi di Trieste)

Lorenzo Verderame (Sapienza Università di Roma)
Osservazioni a margine dei concetti di “ibrido” e “mostro” in Mesopotamia
 

Igor Baglioni (Sapienza Università di Roma)
Note alla terminologia del “mostruoso” nell’antica Grecia
 

Arduino Maiuri (Sapienza Università di Roma)
Il lessico latino del mostruoso

coffee break

Alberto Cecon (Università degli Studi di Siena)
Il mostro infelice e altre machinae. Suggestioni intertestuali dall’Iliade a Internet
 

Pietro Li Causi (Università degli Studi di Palermo)
Mostri propriamente detti e creature paradoxa: un tentativo di classificazione secondo le categorie vicine all’esperienza dei Greci e dei Romani
 

Marianna Ferrara (Sapienza Università di Roma)
Teste animali, lingue infuocate, corpi anguiformi: a riguardo di pericoli e rimedi nell’esegesi vedica dei rituali

Giovedì 9 Giugno
Sessione pomeridiana Ore 15:00
Coordina: Massimiliano Papini (Sapienza Università di Roma)

Loredana Sist (Sapienza Università di Roma)
Ulteriori osservazioni sul sarcofago del Museo del Vicino Oriente della Sapienza decorato con sfilata demoniaca
 

Luciana Drago (Sapienza Università di Roma)
Raffigurazioni “mostruose” nel repertorio iconografico dell’Italia mediotirrenica nella I età del Ferro
 

Paolo Vitellozzi (Libera Università di Lingue e Comunicazione – Milano)
La funzione dell’ibrido e del mostruoso nella glittica greca arcaica

coffee break

Giancarlo Germanà (Accademia delle Belle Arti “R. Gagliardi” – Siracusa)
Il sacro e il “mostruoso” nei santuari della Sicilia sud-orientale durante l’età arcaica


Paola Giuseppina Viscardi (Università degli Studi di Napoli “Federico II”)
L’ibrido addosso. Il mostruoso come contrassegno plastico dell’attributo vestimentario del dio: l’aspetto terastico del ‘portatore di egida’
 

Lorenzo Fabbri (Università degli Studi di Milano)
La metamorfosi di un mostro. La figura di Lamia dall’antichità all’Ottocento

Venerdì 10 Giugno
Sessione Mattutina Ore 9:30
Coordina: Emanuela Prinzivalli (Sapienza Università di Roma)

Giovanni Frulla (Istituto Teologico Marchigiano – Ancona)
Il tentativo di capovolgimento del mito nel racconto di Esodo 1-15: la reinterpretazione del mostro delle acque.


Ilaria Ramelli (Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano)
Gesù Cristo come entità mostruosa e ibrida in rappresentazioni pagane e cristiane tra II e III secolo

Luca Arcari (Università degli Studi di Napoli “Federico II”)
Rappresentazioni paradossali e/o ibride nell’Apocalisse di Giovanni – Dal Ritual Speech alla Ritual Vision

coffee break

Paola Marone (Sapienza Università di Roma)
Agostino e i Popoli Mostruosi


Alessandro Testa (Università degli Studi di Messina)
Pantomime animalesche e maschere zoomorfe. Comparazioni e interpretazioni a partire da fonti tardo-antiche e alto-medievali

Venerdì 10 Giugno
Sessione Pomeridiana Ore 15:00
Coordina: Marcello Barbanera (Sapienza Università di Roma)


Carmine Pisano (Università degli Studi di Napoli “Federico II”)
Da spauracchio per i bambini a indictio silentii. I mostri dell’infanzia nell’antica Grecia.


Francesca Romana Nocchi (Università degli Studi di Cassino)
Entità astratte e personificazioni mostruose


Tommaso Braccini (Università degli Studi di Siena)
Morti irrequieti o morti mostruosi? Le presunte origini antiche del mito del vampiro

coffee break

Federico Contardi (Sapienza Università di Roma)
Il rapporto dell’individuo con il mostruoso nell’Egitto del I millennio a.C.
 

Massimiliano Franci (Università degli Studi di Firenze)
Considerazioni sull’elemento ibrido nell’iconografia funeraria egizia
 

Sabrina Ceruti (Università degli Studi di Milano)
La percezione del ‘mostruoso’ nell’antico Egitto: il caso della dea-ippopotamo

Sabato 11 Giugno
Sessione Mattutina Ore 9:30
Coordina: Maria Giovanna Biga (Sapienza Università di Roma)

Sergio Alivernini – Massimiliano Grotti (Sapienza Università di Roma)
Arma, stratega e fido consigliere: Sarur nella tradizione letteraria mesopotamica


Claudia Lo Piccolo (Università degli Studi di Palermo) – Gioele Zisa (Sapienza Università di Roma)
Quando l’eroe disturba il mostro. Uno studio comparativo sulla figura del mostro-custode: Hubaba, Ladone e il serpente della Colchide
 

Augusto Cosentino (Università della Calabria)
La divinità dalla testa di gallo e gambe serpentine sulle gemme magico-gnostiche

coffee break

Gilberto Mazzoleni (Sapienza Università di Roma)
Entità mostruose. Le ragioni di una presenza
 

Sonia Giusti (Università degli Studi di Cassino)
Il mostruoso nei miti africani e australiani. La raccolta di Raffaele Pettazzoni
 

Tavola Rotonda
Coordina: Igor Baglioni (Sapienza Università di Roma)
 
Anna Maria Gloria Capomacchia (Sapienza Università di Roma)
Ileana Chirassi Colombo (Università degli Studi di Trieste)
Paola Pisi (Sapienza Università di Roma)

Omeopatia: un approccio “culturomico”

(post scritto per lo Speciale Omeopatia di Query online e Oggi Scienza)

Il 14 gennaio Jean-Baptiste Michel, Erez Lieberman Aiden e diversi altri autori, legati al Cultural Observatory dell’Harvard University, all’Encyclopaedia Britannica, all’American Heritage Dictionary o al motore di ricerca Google, hanno pubblicato su Science un interessante lavoro intitolato Quantitative Analysis of Culture Using Millions of Digitized Books. Come noto, Google ha scansionato a oggi oltre quindici milioni di volumi (circa il 12% di tutti quelli pubblicati). Gli autori dell’articolo hanno selezionato, basandosi sulla qualità delle scansioni e dei dati bibliografici forniti, oltre cinque milioni di libri pubblicati fra il XVI e il XXI secolo, formando un corpus di cinquecento miliardi di parole (fra queste, 300 miliardi in inglese, 45 in francese, 37 in tedesco). Hanno poi definito insiemi composti da una a cinque parole, chiamati N-gram. Dividendo il numero di occorrenze di un determinato N-gram per il numero di parole nel corpus per quel determinato anno si ottiene così la frequenza d’uso di quella parola nell’anno oggetto d’interesse, ed è così possibile individuare i picchi d’uso di una certa parola (o gruppo di parole) in una serie temporale e studiare così i cambiamenti linguistici e culturali. Gli autori hanno definito il loro approccio “culturomica” (culturomics). Come scrivono nel loro articolo:
La culturomica è l’applicazione della raccolta e analisi di dati ad alto rendimento allo studio della cultura umana. I libri sono l’inizio, ma dobbiamo incorporare quotidiani, manoscritti, mappe, lavori artistici e una miriade di altre creazioni umane. Naturalmente, molte voci – già perse da tempo – saranno per sempre irraggiungibili.
I risultati della culturomica sono un nuovo tipo di evidenza nelle scienze umane. Come con i fossili di antiche creature, la sfida della culturomica risiede nell’interpretazione di [tale] evidenza.
Su un sito specifico, gli autori hanno reso disponibile un browser per la visualizzazione dei dati (chiamato Google Ngram Viewer) e i dati grezzi utilizzabili per nuove elaborazioni da parte di altri ricercatori.
Gli storici Mike Dash e Egil Asprem hanno già provato ad applicare il Google Ngram Viewer a lemmi relativi ai loro rispettivi campi di ricerca (a noi affini): i fenomeni fortiani e l’esoterismo. Questo speciale è l’occasione per seguire il loro esempio e dare una scorsa alle frequenze di utilizzo di “omeopatia” fra il 1815 e il 2000 in tre diversi corpus: quello tedesco, quello francese e quello inglese, come sono visualizzati attraverso il viewer:
Ricerca per Homöopathie, libri pubblicati in tedesco fra il 1815 e il 2000

Ricerca per homéopathie, Homéopathie, libri pubblicati in francese fra il 1815 e il 2000
Ricerca per homeopathy, Homeopathy, libri pubblicati in inglese fra il 1815 e il 2000

Lo strumento ha dei limiti (alcuni dei quali sono stati evidenziati, tra gli altri, da Brett Holman e, ancora, da Egil Asprem) e i curatori del progetto hanno elencato (nelle sezioni V e VI della FAQ) certi aspetti da tenere in considerazione quando si interpretano i dati. Possiamo comunque, con beneficio d’inventario, provare a fare alcune osservazioni: Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755-1843) era nato ed esercitò principalmente in Sassonia, non sorprende quindi che il termine si sia diffuso prima in lingua tedesca piuttosto che in quella francese (in Francia la pratica omeopatica fu introdotta nel 1830 dal medico casertano Sebastiano Guidi (1769-1863) e lo stesso Hahnemann vi si trasferì nel 1835; il picco per Homéopathie fra il 1824 e il 1830 è probabilmente un artefatto) o inglese (fu introdotta negli Stati Uniti nel 1825 e nel Regno Unito qualche anno dopo). Più interessante è il confronto delle frequenze fra le diverse lingue nel corso del tempo: ad esempio se in tedesco e in francese è presente un (possibile) aumento d’interesse nella seconda metà degli anni ’30 del ventesimo secolo, in inglese è piuttosto individuabile una flessione; tutti i tre grafici poi indicano un’esplosione della popolarità del termine nelle tre lingue nell’ultimo ventennio del Novecento, seppure in tempi e modi differenti.
Interessante è anche il seguente grafico che mette a confronto le frequenze delle parole omeopatia e agopuntura:
Ricerca per homeopathy, acupuncture, libri pubblicati in inglese fra il 1815 e il 2000
Come ricorda il sito del progetto, il Google Ngram Viewer è comunque solo uno strumento di visualizzazione e non è il caso di formulare ipotesi affrettate sulla natura dei trends che abbiamo pubblicato: speriamo, però, di ispirare qualche studioso a compiere ricerche che, integrando i dati grezzi resi disponibili da Cultoromics con le metodologie e le fonti proprie dei cultural e science studies, possano fornirci importanti informazioni sul come l’omeopatia si sia diffusa nelle differenti aree culturali e sulle ragioni del suo successo, o insuccesso, culturale in funzione del tempo.

E in italiano?

Purtroppo il numero di libri digitalizzati da Google per la nostra lingua è ancora troppo ridotto e quindi non è disponibile un corpus. L’accordo fra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Google dello scorso marzo fa sperare che questo limite sarà presto superato, almeno per il periodo non più coperto dal copyright.
Possiamo comunque già ora utilizzare le potenzialità di Google Libri per studiare, ad esempio, la formazione del lessico utilizzato dalla disciplina alternativa. Sappiamo che l’omeopatia si è diffusa in Italia dal 1821 dal Regno di Sicilia, anche se occasionali articoli che facevano riferimento alle ricerche di Hahnemann (o Anemanno, come a volte il cognome fu reso in italiano) erano già apparsi su alcuni periodici in lingua italiana degli anni precedenti. Ma quando sono apparse le parole che la definivano? I repertori lessicografici tradizionali hanno il limite di essere spesso frutto di schedature manuali e la copertura dei lessici particolari non è sempre ottimale. Le prime attestazioni registrate di una parola possono quindi essere di diversi anni, decenni, e a volte di secoli successive all’effettivo ingresso nella lingua.
Per quanto ci riguarda, l’insuperato DELI – Dizionario etimologico della lingua italiana (Cortellazzo – Zolli, 1999) riporta
  • il 1828 per omeopatia e allopatia (nel Dizionario tecnico-etimologico-filologico dell’abate Marco Aurelio Marchi, pubblicato in due tomi a Milano in quell’anno: ma quando una parola è registrata da un dizionario, di solito è già, in un qualche modo, diffusa);
  • il 1834 per omiopatista (‘seguace dell’omeopatia’, omeopatista nel 1891);
  • avanti il 1835 per l’aggettivo omiopatico (il 1859 -o forse il 1855, la voce non è chiara- per omeopatico, la forma oggi sopravvissuta; ma nel 2005 Fiorenzo Toso (Toso, 2005: 454) ha potuto retrodatarla al 1840);
  • avanti il 1862 per l’identico sostantivo (‘chi cura gli ammalati col metodo dell’omeopatia’; con lo stesso senso omeopatico, 1874-75);
  • il 1872 (in Vittorio Alfieri) per l’aggettivo allopatico.
Da parte sua, lo Zingarelli (Zingarelli, 2010), che sfrutta un proprio corpus lessicale, anticipa omeopatia al 1826, allopatico al 1840 e aggiunge omeopata (1978). Un controllo sul recentissimo vocabolario etimologico di Alberto Nocentini (Nocentini, 2010) non porta a datazioni diverse rispetto a quelle già indicate.
Ora, pur tenendo conto del fatto che, come abbiamo già ricordato, la base dati è ancora limitata e non esente da errori, attraverso una rapida ricerca con Google Libri possiamo comunque proporre qualche modifica al quadro che appare negli strumenti lessicografici che abbiamo esaminato.
Già nel 1816, la forma oggi corrente dell’aggettivo “omeopatico” apparve, al femminile, nello Stato della medicina nel decennio 1805-1814 di Curt Sprengel.
Negli anni ’20: “omopatia” [1] apparve in una corrispondenza dalla Germania datata “Dresda, 25 agosto 1820” e pubblicata sul fascicolo di ottobre 1820 della Biblioteca Italiana; nel 1822 fecero la loro comparsa due forme di scarso successo, “omoiopatia” e “omoiopatico” (aggettivo, al femminile) ed una che ancora è utilizzata, l’aggettivo “allopatico”, nella prima pubblicazione monografica dedicata al sistema di Hahnemann della penisola italiana, Il sistema medico del dottor Samuele Hahnemann pubblicato a Napoli nel 1822 dal medico danese Joergen Johan Albrecht von Schoenberg (1782-1841) riprendendo il testo della sua relazione all’Accademia delle Scienze della capitale del Regno nel novembre precedente; “omiopatia”, “omiopatista” e l’aggettivo “omiopatico” sono attestabili dal 1824, quando apparvero in una delle traduzioni dell’opera principale del medico tedesco che in quegli anni vedranno la luce nella penisola italica, l’Organo dell’arte medica, tradotta (a partire dalla seconda edizione tedesca del 1819) e pubblicata da Giuseppe Antonio Gaimari (1779-1839) con diverse note critiche (dove sono principalmente i nostri termini); “allopatico” e “allopatista” (‘sostenitore della medicina corrente’, il primo al plurale) fecero la loro comparsa, rispettivamente, nel 1826 e nel 1828 nelle parti redazionali che il medico vastese Francesco Romani (1785-1852), uno dei pionieri della disciplina in Italia, volle premettere a due dei tomi della sua traduzione di un altro testo dell’Hahnemann, la Pura dottrina delle medicine [1811]; nel 1827, nel mentre, era comparso “omiopatico” (‘chi cura con l’omeopatia’, al plurale) nella traduzione di un articolo di G. G. Gross pubblicata sul primo fascicolo della versione italiana dell’Archivio della Medicina Omiopatica curato dal lucchese Giuseppe Belluomini (1776-1854).
E poi, nel decennio successivo: il sostantivo “omeopatico” (per “seguace dell’omeopatia’”, al plurale e, forse, in senso dispregiativo, ricorse nel 1833 in due diversi numeri della Gazzetta Piemontese; “allopatista” (aggettivo) nel 1834 sulla Biblioteca Italiana, in una recensione critica ad una traduzione di un testo hanhemanniano apparsa a Venezia nel 1833; “omeopatista” “omeopatista” intorno al 1838, negli Annali di medicina omiopatica per la Sicilia; infine “omeopata” nel 1840 (quasi 140 anni prima di quanto registrato nello Zingarelli, ma potrebbe benissimo essere un caso isolato) in una Breve cicalata sull’Omiopatia del medico senese Baldassarre Bufalini, pubblicata sui romani Annali medico-chirurgici.
Si tratta di risultati preliminari e nuovi studi che collochino le origini dell’omeopatia all’interno del contesto culturale, politico, sociale e scientifico dell’Italia pre-unitaria sono necessari anche per meglio investigare le questioni relative al lessico e alla sua stabilizzazione. Ma da questa rapida carrellata. risulta piuttosto evidente che questo si sia formato piuttosto precocemente (sicuramente prima di quanto potevano indicarci gli strumenti lessicografici esistenti). A questa formazione non sembra essere stato estraneo il clima di controversia fra sostenitori della nuova pratica importata da oltralpe e i sostenitori dell’approccio medico corrente: controversie che, fin dall’inizio, l’omeopatia seppe sollevare e che, ancora oggi, solleva.
[1] Secondo alcune fonti (cfr. Tiberi & Verga, 2007: 97), per la prima volta il termine omeopatia sarebbe apparso nel 1801 sull’Osservatore medico, rivista di medicina pubblicata a Napoli, in relazione all’uso della belladonna contro la scarlattina, proposta da Hahnemann in un suo lavoro di quell’anno. Purtroppo non è stato possibile localizzare una collezione della rivista per controllare il riferimento.
Bibliografia
Cortellazzo, Manlio; & Zolli, Paolo (1999). DELI : Dizionario etimologico della lingua italiana [2a edizione]. Bologna: Zanichelli.
Michel, J-B.; Shen, Y. K.; Aiden, A. P.; Veres, A.; Gray, M. K.; Team, T. G. B.; Pickett, J. P.; Hoiberg, D.; Clancy, D.; Norvig, P.; Orwant, J.; Pinker, S.; Nowak, M. A.; & Aiden, E. L. (2011, January 14). Quantitative Analysis of Culture Using Millions of Digitized Books. Science 331(6014): 176-182, doi:10.1126/science.1199644
Negro, Antonio; & Negro, Francesco F. (2007). Bibliografia omeopatica italiana 1822-1914. Milano: Franco Angeli
Nocentini, Alberto (2010). L’ etimologico : vocabolario della lingua italiana. Milano: Le Monnier.
Tiberi, Anna; & Verga, Emanuele (2007). Appunti di storia delle origini dell’omeopatia in Italia. In Negro & Negro cit., 97-103.
Toso, Fiorenzo (2005). Retrodatazioni e attestazioni precoci da fonti ottocentesche e primo-novecentesche. Zeitschrift für romanische Philologie 121(3): 426-475, doi:10.1515/ZRPH.2005.426
Zingarelli, Nicola (2010). Lo Zingarelli: vocabolario della lingua italiana [12a edizione]. Bologna: Zanichelli.

Convegno: Ancient Egyptian demonology – A comparative perspective, Bonn, 28.02/01.03.2011

(via agade-Mailinglist)

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From Rita Lucarelli
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ANCIENT EGYPTIAN DEMONOLOGY
A COMPARATIVE PERSPECTIVE

Bonn, 28.02 – 01.03 2011

Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn
Institut für Kunstgeschichte und Archäologie
Regina-Pacis-Weg 7 – Übungsraum 4

PROGRAM

Monday, February 28
9.00 Prof. Dr. Ludwig Morenz
Welcome

9.15 Dr. Rita Lucarelli (Bonn University)
Introducing The Ancient Egyptian Demonology Project: a categorization, typology, and classification of the demonic entities in ancient Egypt.

The sources and aim of this project will be further illustrated in the following lectures:

9.30 Prof. Dr. Ludwig Morenz (Bonn University)
Klassifizierungsprobleme der Sakralwelt. Was ist ein nTr ?

10.00 Dr. Kasia Szpakowśka (Swansea University)
Practical Demon-Keeping: methods for dealing with hostile demonic entities in ancient Egypt

10.30 Coffee Pause

10.45 Dr. Rita Lucarelli (Bonn University)
Apotropaic gods, protective genii or malevolent creatures? Issues of classifications in the world of demons: the vignette of Spell 182 of the Book of the Dead

11.15 Dr. Panagiotis Kousoulis (University of the Aegean)
Apophis and his sister: the demonisation of venomous bites and agents in Egypt and abroad

11.45 Open discussion

12.15 Lunch

13.30 Prof. Dr. H-W. Fischer-Elfert (University of Leipzig)
Steckbrief eines nubischen(?) Dämonen – Zu Überlieferung und Natur von Sehaq(eq)

14.00 Judith Weingarten, MA (British School at Athens)
From Egyptian Taweret to ‘Minoan Genius’: the development of a demon in Minoan Crete

14.30 Anne-Caroline Rendue Loisel (Geneva University)
Exorcism and demons in Ancient Mesopotamia

15.00 Open discussion

15.30 Coffee Pause

15.45 Prof. Dr. Heinz-Josef Fabry (Bonn University)
Dämonenglaube im Alten Testament und der Monotheismus – eine Verhältnisbestimmung

16.15 Philipp Kubisch, MA (Bonn University)
Zur altindischen Dämonologie

16.45 Prof. Dr. Silvana Carotenuto (University of Naples – Orientale)
Isis, Kore, and Cleopatra: Three Sublime Feminine Demons

17.15 Open discussion

19.00 Evening Lecture at the Akademisches Kunstmuseum.
Prof. Dr. Klaus Schmidt (Deutsches Archäologisches Institut, Berlin)
The iconic world of Göbekli Tepe – Demons and Monsters of the Stone Age?

20.00 Guided visit of the Egyptian Collection of Bonn University and reception in the Egyptian Museum

Tuesday, March 1

9.00 Prof. Dr. Jacques van der Vliet (Leiden University/ Radboud University Nijmegen)
Engaging the demons in late-antique Egypt

9.30 Dr. Heinz Felber (Köln University)
Only “something acrid and extremely fowl”? Perceptions of good and evil spirits in the Coptic Life of Antony

10.00 Coffee Pause

10.15 Prof. Dr. Birgit Krawietz (Freie Universität, Berlin)
Surviving Monotheism. Jinn and the Arabic Islamic World

10.45 Christian Klinger, MA (Bonn University)
Shape-shifting and Transformation in Mesoamerica – The Wáay-beings in a diachronic perspective

11.15 Closing session – New Perspectives in Demonology

12.15 Lunch

13.30 Visit to the Mesoamerican Collection of Bonn University and to the Book of the Dead Project (Oxfordstrasse 15)

The conference is sponsored by the Book of the Dead Project – Nordrhein-Westfälischen Akademie der Wissenschaften und der Künste
***

Sulla demonologia nell’antico Egitto si veda, dell’organizzatrice del convegno, la seguente recentissima voce enciclopedica (con ampia bibliografia):

Lucarelli, Rita (2010) Demons (benevolent and malevolent). In Dieleman, Jacco & Wendrich, Willeke (eds.). UCLA Encyclopedia of Egyptology, Los Angeles.

Diane Goldstein eletta presidente dell’American Folklore Association

(via Jason Baird Jackson)

Diane Goldstein, docente all’Indiana University, autrice di Once Upon a Virus: AIDS Legends and Vernacular Risk Perception (Logan, Utah: Utah State University Press, 2004) e, co-autrice, con Sylvia Ann Grider e Jeannie Banks Thomas, di Haunting Experiences: Ghosts in Contemporary Folklore (Logan, Utah: Utah State University Press, 2007, Brian McConnell Book Award 2008 dell’International Society for Contemporary Legend Research, che aveva presieduto fra il 2004 e il 2007), è stata eletta presidente dell’American Folklore Society, l’associazione professionale dei folkloristi d’oltreoceano.

Ecco il comunicato stampa:

BLOOMINGTON, Ind. — Diane Goldstein, professor of folklore and ethnomusicology in the College of Arts and Sciences at Indiana University Bloomington, will be the fourth IU faculty member to be elected president of the American Folklore Society.

As president-elect this year and president in 2012 and 2013, she will help preside over the organization’s 123rd annual meeting when it convenes this October at Bloomington. She had been a member of AFS’ board from 2004 to 2007.

Goldstein also is following in the footsteps of her late father, Kenneth Goldstein, a professor at the University of Pennsylvania who had been a student at the renowned IU summer folklore institute in 1958 and taught at it in 1966. He was president of the AFS in 1976.“Being elected president of the American Folklore Society is a vote of confidence in Diane’s qualities as a colleague and mentor, and it presents Diane with a unique opportunity to advance her thesis that folklore studies has much to tell us about contemporary social problems,” said John McDowell, chair of the IU Department of Folklore and Ethnomusicology. “We are proud of Diane and happy for her.”

Previous AFS presidents have included three faculty members of the IU Department of Folklore and Ethnomusicology: professors Richard Dorson, Linda Degh and Henry Glassie.

Other past AFS presidents with ties to IU have included alumni Michael Owen Jones, retired professor of history and folklore at the University of California at Los Angeles; and Bill Ivey, former president of the National Endowment for the Arts.

“I am a firm believer that folklore, in its various guises, has vital perspectives on critical social issues, and I would like to see the society become more involved in the pressing social and cultural issues of our times,” Goldstein told fellow AFS members prior to her election.

“I have extensive experience through interdisciplinary teaching, cultural and health policy committees, and through cross disciplinary team research, convincing others outside of our discipline of the significance of our disciplinary perspectives and would like to explore ways that we can better present those perspectives,” she added, “to make our relevance visible within the academy, with the public and with cultural policymakers.”

In an interview, she said her goal was to raise the profile of folklore studies in public policy as it addresses issues such as health care and nutrition, immigration, heritage and cultural preservation, as well as the potential role of folklore in peace-keeping.

Goldstein joined the IU faculty in 2010 after teaching at Memorial University of Newfoundland (MUN), Canada, for 24 years and being awarded the university’s highest ranking research chair, University Research Professor. At Memorial University, she led its folklore department and its folklore archive. She also was chair of Canada’s Social Science and Humanities Research Council Grants panel ( 2002-2004) and was president of the International Society For Contemporary Legend Research (2004-2007).

Her folklore research, as published in several books and journals, focuses on the role of belief and narrative in contemporary social concerns, as well as in folk religion and views of the supernatural.

For example, her book, Once Upon a Virus: AIDS Legends and Vernacular Risk Perception, looks at commonly told stories — urban legends — about the disease, focusing on the potential implications of those narratives for public health.

Told cross-culturally, stories about the origins of the disease, HIV-positive sexual predators and HIV-contaminated food do more than entertain, according to Goldstein. They articulate notions of risk, provide commentary on public health and offer insight into the relationship between cultural and health truths.

As a result of her research, Goldstein participated on several cultural and health policy committees, including a three-year appointment to the Canadian Federal Committee for AIDS Priorities and Policy. Goldstein has published three books on HIV/AIDS and one on folklore and terrorism. Her last book was on ghosts and contemporary folklore. Her current project examines narratives about mothers who kill their own children and the implications of those narratives for legal decision-making in cases of maternal infanticide.

“I’m thrilled. The American Folklore Society is an incredible organization. It’s always a nice thing to be elected by your scholarly peers,” she said, adding that it is “very unusual” for one university to be so frequently represented within the AFS’ leadership. “You won’t find that in other departments.”

Seguendo i links corrispondenti ai due titoli dei libri, è possibile accedere alla versione pdf degli stessi, sul repository della Utah State University Press. Il primo volume è stato recensito nel 2007 da Elissa R. Henken su Journal of Folklore Research reviews. Il secondo volume, Haunting Experiences, è stato recentemente recensito da Elizabeth Tucker, essa stessa autrice di un volume sul tema dei fantasmi nel folklore contemporaneo, Haunted Halls: Ghostlore of American College Campuses (Jackson: University Press of Mississippi, 2007), ancora su Journal of Folklore Research reviews e da Linda Levitt su Transformative Works and Cultures 4 [2010].

Ciclo “Incontri con l’irrazionale” a Venezia

Riprendo dal Notiziario Italiano di Antichistica, curato da Sergio Audano per l’Accademia Fiorentina di Papirologia e di Studi sul Mondo Antico il seguente programma di un ciclo di incontri che si terrà fra ottobre e novembre a Venezia.

ASSOCIAZIONE ITALIANA DI CULTURA CLASSICA – VENEZIA
LICEO GINNASIO STATALE ‘MARCO POLO’ DI VENEZIA
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL’ANTICHITÀ E DEL VICINO ORIENTE
UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI VENEZIA

INCONTRI CON L’IRRAZIONALE
Esperienze dal mondo antico e riflessi moderni

AULA MAGNA – LICEO GINNASIO STATALE ‘MARCO POLO’
Dorsoduro 1073, 30123 Venezia

Martedì 20 ottobre 2009 – ore 9.15-12.00

Primo incontro
ROBERTO VELARDI (Istituto Orientale di Napoli)
Le forme della possessione nella Grecia antica

Secondo incontro
NICOLETTA BROCCA (Università Ca’ Foscari Venezia)
La Sibilla e l’ultimo imperatore di Roma

Venerdì 20 novembre 2009 – ore 9.15-12.00

Terzo incontro
CARLO BRILLANTE (Università di Siena)
Il cantore e la Musa. Poesia e modelli culturali nella Grecia arcaica
Presentazione del libro con l’intervento dell’Autore e il commento di
ETTORE CINGANO (Università Ca’ Foscari Venezia)

Quarto incontro
ANTONIO RIGO (Università Ca’ Foscari Venezia)
Il diavolo tra i Bizantini

Progetto AICC a cura di Alberto Camerotto e Davide Zammattio
Informazioni http://lettere2.unive.it/flgreca/aicc.htm – e-mail: alcam@unive.it
Referenti e organizzazione per il Liceo: Michela Andreani ed Elisabetta Lombardi

col contributo di
Fondazione Veneto Banca
e col patrocinio di
Città di Venezia – Fondazione Umanesimo Latino – Fondazione Cassamarca

Imaginaires archéologiques (2008)

(via Pierre Lagrange e Nico Conti)

E’ prevista per oggi l’uscita in Francia dell’opera collettanea

Voisenat, Claudie (ed.) (2008, octobre). Imaginaires archéologiques [Cahiers d’ethnologie de la France 22]. Paris: Editions de la Maison des sciences de l’homme.

la cui presentazione editoriale è la seguente:

L’idéal scientifique de l’archéologie se confronte ici au bouillonnement de la vie, aux productions imaginaires protéiformes qu’il a produit, et qu’il continue de générer avec passion: des films aux bandes dessinées, de l’invention de civilisations « anciennes » aux productions artistiques contemporaines ou aux différents regards sur Lascaux…

L’indice dell’opera è invece quello che segue:

Préface
Daniel Fabre et Christian Hottin

L’expérience archéologique, une introduction
Claudie Voisenat

_I_

Maîtres du passé, maîtres du présent : les propriétaires de sites préhistoriques en habits de notables
Véronique Moulinié

L’abîme au trésor, ou l’or fantôme de Rennes-le-Château
Christiane Amiel

L’archéologie comme affect Les Hétéroclites de la sous-direction de l’Archéologie
Claudie Voisenat

_II_

Le poète dans la caverne. Georges Bataille à Lascaux
Daniel Fabre

La jeune fille au cœur du vestige
Lucie Desideri

_III_

Peuples en voie de distinction
Jean-Pierre Chambon

La civilisation pessinoise
Jean-Pierre Pessin

Palimpsestes pessinois. L’archéologie entre invention et création
Michaël Jasmin

_IV_

Les controverses sur l’Atlantide (1925-1940). L’archéologie entre vraie et fausse science
Pierre Lagrange

Du mirage au miracle. L’archéologie comme mythe ethnographique : Les Saô légendaires de Marcel Griaule
Gaetano Ciarcia

Recensione di Ellis a “Urban Legends” (2007)

L’americanista e folklorista Bill Ellis (cui avevo già fatto riferimento in precedenza) ha recensito per il Journal of Folklore Research (che ha pubblicato la recensione sul proprio sito web) il volume collettaneo

Bennett, Gillian, & Smith, Paul (eds.) (2007). Urban Legends: A Collection of International Tall Tales and Terrors. Westport: Greenwood Publishing Group

I curatori sono con Ellis fra i fondatori dell’International Society for Contemporary Legend Research.

La recensione, piuttosto critica sull’approccio di selezione, solleva alcuni interessanti punti. Invito quindi a leggerla qui.

Attention and awareness in stage magic: turning tricks into research

(via Neuroanthropology)

Lo scorso 30 luglio è stato pubblicato come Advance online publication sul sito della rivista Nature Reviews Neuroscience

Macknik, Stephen L., King, Mac, Randi, James, Robbins, Apollo, Teller, Thompson, John & Martinez-Conde, Susana (2008, July 30). Attention and awareness in stage magic: turning tricks into research. Nature Reviews Neuroscience AOP, published online.

frutto della collaborazione di due neuroscienziati (Macknik e Martinez-Conde) e diversi prestigiatori. Gli autori scrivono “studiando i prestigiatori e loro tecniche, i neuroscienziati possono imparare potenti metodi per manipolare l’attenzione e la consapevolezza in laboratorio”, metodi che possono essere utilizzati per lo studio della coscienza.

L’articolo è al momento disponibile in formato PDF al link indicato in corrispondenza del titolo. Qui sono invece disponibili alcune dimostrazioni di Thompson, Randi, Teller, Robbins, King.